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Gente di CoRo

  • Immagine del redattore: voci coro
    voci coro
  • 18 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 1 apr

Ode alla resistenza



“Penso che tutt* coloro che vivono qui, in qualche modo, siano la rappresentazione di una

storia di resistenza”


Queste sono le parole che settimane fa mi diceva un amico a pranzo, mentre chiacchieravamo del nostro progetto.

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Ho pensato molto alla sua riflessione e con quella punta di cinismo che lo contraddistingue credo che Pasquale avesse perfettamente ragione; perché vivere, sopravvivere, lottare, esistere in quel di Corigliano-Rossano, come purtroppo in tanti altri luoghi del bistrattato meridione, non è per niente facile.


Sono nato a Milano e sono un privilegiato.

Viziato da un contesto che produce, consuma e spreca, fagocitando le vite umane di cui si nutre per alimentare un meccanismo perverso che ricorda l’ingordigia raffigurata dal grande Miyazaki, nella “città incantata”, con lo spirito del cattivo odore.


So ben poco della lotta di resistenza delle tante vite che popolano la città, ma ho deciso di farne parte e con la penna scriverne odi, questa è per tutte le mie concittadine e i miei concittadini.


Resiste il malato nel letto di un ospedale lontano, i parenti vorrebbero stringersi a lui, ma a CoRo non c’è abbastanza spazio per gli abbracci nella sanità.


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Resiste l’avvocatessa che ogni giorno percorre chilometri in auto per raggiungere quel tribunale da anni strappato alla città.


Resiste il lavoratore sottopagato che è costretto a turni massacranti, accettando condizioni inique.


Resiste la coppia di anziani signori che, insieme a tanti compagni di sventura, è chiusa per ore nel vagone ad aspettare che il treno giunga finalmente a destinazione.


Resiste l’insegnante alla cattedra, i pochi soldi e lo scarso riconoscimento sociale non la scoraggiano, e continua a diffondere cultura.


Resiste il proprietario dell’auto che brucia.


Resistono il direttore sportivo, l’allenatore e gli altri professionisti che lavorano per quella società rimasta senza investimenti per il futuro.


Resistono i giovani costretti a zittire i loro sogni.


Resistono medici e infermieri in un sistema sanitario da anni commissariato.


Resistono le donne che conservano nelle mani le antiche tradizioni della cucina locale.

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Resiste il sindaco con i freni manomessi.


Resistono le saracinesce alzate nei centri storici cittadini.


Resiste il cinema vuoto, le voci delle proiezioni sono sopraffatte dal silenzio assordante delle vacue poltrone.


Resiste l’immigrato obbligato a rovistare nella spazzatura per coprirsi nella notte gelida.


Resistono gli studenti e le studentesse nel freddo delle loro aule.


Resistono i cittadini che aprono i rubinetti, ma l’acqua non esce.


Resiste la vicina di casa che si prende cura del vicolo, rimuovendo un sacchetto di spazzatura che non le appartiene.


Resistono gli abitanti del centro storico di Corigliano abbandonanti a loro stessi senza luci nei lampioni.

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Resistono i cuori di coloro che nutrono gatte e cani randagi.


Resiste l’infermiere che si prende cura della decadente vita dei nostri nonni.


Resiste il viaggiatore aspettando un treno che non arriva.


Resiste l’estate ragazzi dai padri giuseppini, ogni anno le voci dei bambini diventano strepiti di gioia che s’innalzano nel cielo. 


Resiste il marinaio di Schiavonea che cuce la rete da gettare in mare nell’ennesima notte di pesca.


Resiste l’imprenditore nonostante le insidie burocratiche, culturali ed economiche.


Resistono le forze dell’ordine, il territorio è vasto, ma i tagli lo sono ancora di più.


Resiste il venditore ambulante che cerca in tutti i modi di mettere in tavola la cena per la famiglia.


Resiste chi è ancora vist* come “altro”.


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Resistono gli anziani che s’incontrano nelle piazze.


Resiste Angelo con i suoi colleghi, multati per aver prescritto analgesici.


Resistono i motocarri ricolmi che ogni giorno s’inerpicano per le vie dei centri storici a servire le donne dai grembiuli macchiati di sugo.


Resistono i genitori dell’ennesimo figlio la cui vita si è spezzata su quella strada nefasta.


Resiste chi vive nelle contrade, dimenticato da una politica che accentra e non include.


Resiste il detenuto con la sua esistenza chiusa a chiave . 


Resistono i ragazzi all’uscita di scuola, aspettando l’autobus che li riporterà a casa.


Resistono i bambini che giocano nel verde di tutti, deturpato da tanti.


Resistete voi, gente di CORO."

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