Roberto
- voci coro
- 25 nov
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L'ultimo dei calzolai
Tre generazioni di artigiani hanno dato vita alla storica bottega della famiglia Tavernise. Prima il nonno, poi il padre, mastro Tonino, e infine Roberto alias "Loscaron" che ha raccolto il testimone con la stessa dedizione di chi non soltanto continua un mestiere, ma custodisce una tradizione.
Un tempo le scarpe nascevano lì, interamente a mano, modellate su misura, scelte, immaginate, costruite insieme al cliente.

Oggi il mondo è cambiato: ciò che un tempo era normalità è diventato un lusso, mentre le scarpe industriali riempiono il mercato, veloci, economiche, impersonali.
Nella sua bottega nel rione di San Domenico, però, Roberto continua a prendersi cura delle calzature dei suoi clienti con gli strumenti di sempre e con il suo sorriso rassicurante.
Tacchi da sostituire, suole da rinnovare, borse da riparare, fibbie da sistemare: ogni gesto conserva la precisione e la calma che hanno contraddistinto la sua famiglia per decenni.
Perché un mestiere così possa continuare ad esistere servirebbe un luogo vivo, attraversato dalla quotidianità.
E il centro storico di Rossano, purtroppo, non è più quel crocevia animato di un tempo.
Eppure, come altri artigiani legati alle proprie radici, Roberto ha scelto di restare. Avrebbe potuto trasferirsi allo Scalo, dove la gente passa, compra, si ferma.
Ma la sua bottega è qui, tra queste mura, tra questi vicoli che sanno di storia antica e di passi che non tornano più.
Anche se oggi le sole riparazioni bastano appena a sostenere l’attività, Roberto continua a lavorare con la passione e la serietà che suo padre gli ha lasciato in eredità.E proprio questa sua dedizione ha dato vita a uno dei ricordi personali più preziosi che porto con me.
Era circa otto anni fa.

Avevo comprato un paio di sandali nuovi, belli sì… ma mancava qualcosa.
Erano troppo anonimi, troppo “già visti”. Per una serata importante desideravo quel dettaglio che parlasse un po’ di me.
Così, con la scatola stretta tra le braccia e un filo di impazienza, entrai nella sua bottega.
«Secondo te cosa hanno che non va?», gli chiesi.
Roberto li guardò appena, come fanno gli artigiani veri: in silenzio, con rispetto.
Poi sollevò lo sguardo e fece un sorriso sottile.
«Passa domani. Ho un’idea.»
Quando tornai, i sandali erano diventati un’altra cosa.
Una semplice catenella dorata, nulla di più.
Eppure bastava a trasformarli: brillavano, avevano carattere, una personalità. Raccontavano una storia.

Da allora, qualsiasi scarpa o borsa mi passi tra le mani, la porto da lui. Perché so che troverà sempre quel tocco personale capace di rendere unico ciò che indosso.
È questo che distingue un artigiano: non ripara soltanto, interpreta.
Vede possibilità dove gli altri vedono oggetti spenti.E restituisce vita a ciò che sembrava averla persa.
Quando un giorno Roberto deciderà di appendere al chiodo non gli scarpini, ma pinze e attrezzi del mestiere, allora a Rossano si perderà per sempre quell’inconfondibile profumo di cuoio e pelle: l’ultimo respiro di un’arte antica, che lentamente svanisce, ma che lui, con ostinata gentilezza, ha tenuto viva fino all’ultimo.



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