Giorgio
- voci coro
- 17 nov
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Il filosofo falegname
Quello del falegname è uno dei mestieri più antichi al mondo. Basti pensare alle prime civiltà, quando l'uomo imparò ad utilizzare il legno per creare attrezzi, utensili e ripari per la sua sopravvivenza.

Dal legno proviene quasi tutto, anche se viviamo in un mondo dove la plastica ha cercato, e cerca tutt'ora, di sostituire questa materia prima, per un fattore di comodità e di economicità.
La globalizzazione richiede sempre più prodotti, il mercato offre alternative veloci, a portata di mano e le botteghe, con una domanda esigua, si arrendono, mentre l'artigianato rischia di scomparire. Ma non va sempre così, c'è chi continua a resistere ed esistere da quando ha deciso di restare.
Uno di questi è Giorgio, falegname da quasi 19 anni, da quando nel 2006 decise di vivere qui a Schiavonea dopo aver conosciuto la sua attuale moglie. Nato a Ceglie Messapica, provincia di Brindisi, si laurea in Filosofia prima e in Teologia dopo all'Università di Bari. Accanito musicista e appassionato di rock, nutre un piccolo interesse per l'insegnamento ma, guarda caso, l'esigenza di un responsabile nel negozio di mobili di proprietà del suocero gli ha aperto la strada verso l'artigianato: dalla semplice vendita passa alla realizzazione di mobili da autodidatta. Quindi, si appassiona al lavoro del legno, che lo riporta all'essenza della materia con cui vengono realizzate molte cose.

Prima ancora di approdare in questo mondo, ha svolto diversi lavori manuali e non, dove la deformazione da grafico lo ha portato a crearsi autonomamente il logo esposto fieramente sul proprio furgoncino, con tanto di QR code. Si, perché Giorgio può essere definito come un artigiano "social", che mira a portare il suo lavoro oltre la semplice bottega, rendendolo conoscibile a tutti.
Intento a dare forma al legno e assorto tra avvitatori e utensili vari, sottolinea l'importanza dei mestieri e della soddisfazione che può dare la lavorazione della materia prima offerta dalla natura, quella che entra nelle nostre case e le abbellisce come prodotto finale. Nel frattempo una musica di sottofondo allieta la sua operosità.
La chiacchierata con Giorgio non può che concentrare l'attenzione su un tema importante: la svalutazione delle botteghe e dei "vecchi" mestieri. Un microcosmo quale riflesso della vera essenza dell'uomo che andrebbe salvaguardato e incentivato, spronando i giovani affinché si avvicinino ad esso senza esitazione, se dietro ci sono passione e tanta voglia di fare.

L'arte di Giorgio è considerata non solo dalla gente del posto, ma anche e soprattutto da coloro che a Schiavonea hanno trovato una casa e vengono da molto lontano, i quali si fermano e osservano le sue mani dare forma al legno. E diventano i suoi più grandi ammiratori, chiamandolo "maestro".
Si può imparare molto viaggiando, ma anche soffermandosi ad osservare queste realtà non molto lontane da noi, che trasudano di storia e tradizione. Schiavonea ha molto da offrire in termini di artigianato. E da Giorgio, oggi, abbiamo ricevuto una bella lezione di vita: la semplicità e l'impegno possono fare da punto di partenza per una nuova avventura lavorativa.



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