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La leggenda di Efrem

  • Immagine del redattore: voci coro
    voci coro
  • 5 ago
  • Tempo di lettura: 4 min

Tradizione, miracolo e appartenenza rossanese


È una notte scura, la brezza estiva si poggia delicatamente sulle grosse pietre bianche che costituiscono il basamento della Cattedrale di Rossano. Le finestre ,fatte da mosaici di vetro, si illuminano di una forte luce bianca e candida. 


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Dentro la chiesa è appena avvenuto un miracolo.

Davanti all’ingresso c’è molto fermento. Un uomo sta parlando mentre tutti lo ascoltano in cerchio. È Efrem, l’eremita grazie al quale il culto della Madonna Achiropita ha avuto inizio.

La leggenda a cui si fa riferimento quando si parla della costruzione della Cattedrale e sull’origine dell’effige dell’Achiropita parte proprio dall’eremita Efrem. Si narra che vivesse in una grotta poco sotto l’attuale Cattedrale e che un giorno sentì un gran baccano provenire dal bosco. Uscendo dal suo rifugio trovò davanti a sé un cinghiale morente inseguito da un gruppo di uomini capeggiati da un nobile. Era il principe fuggiasco Maurizio di Costantinopoli, arrivato a S. Angelo sulle rive di Rossano spinto da venti divini.

Una volta riconosciuto il principe, Efrem venne  illuminato da una epifania, gli predisse che suo zio, l’imperatore Tiberio era morto da tre giorni e il popolo acclamava proprio lui come nuovo imperatore e gli intimò di partire subito per Costantinopoli


Una volta rimessosi in sesto, il principe ripartì con l’intento di riappropriarsi del suo regno, ma facendo una promessa all’eremita: per ringraziarlo di averlo accolto promise di tornare a Rossano per finanziare la costruzione di una chiesa dedicata alla Madonna Odigitria, che, a detta di Maurizio, era apparsa tra le onde del mare in tempesta per indicargli la via.

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Passò qualche mese, Maurizio prese possesso del suo regno e divenne Re, dimenticandosi però dell’eremita che gli salvò la vita.

Appena appresa la notizia dell’incoronazione , Efrem partì alla volta di Costantinopoli affrontando un lungo viaggio. Una volta al cospetto del Re l’eremita gli rammentò la promessa fattagli. Maurizio mantenne la parola e finanziò la costruzione della piccola chiesetta.


All’epoca le effigi nascevano da una preghiera. Chi la creava era l’agiografo che, grazie alla guida dello Spirito Santo, era il tramite di un messaggio divino. Infatti, non si badava molto alla bellezza o alle forme geometriche perfette, ciò che davvero importava era il significato che doveva essere trasmesso dall’Alto, tramite l’autore, ai fedeli.


Nella chiesetta appena fatta costruire da Maurizio, però, succedeva qualcosa di strano. Ogni notte i colori dell’effige della madonna Odigitria si scioglievano, senza un reale motivo. Per scoprire l’arcano, allora, fu dato il compito ad un ragazzo sordomuto di passare la notte nella Chiesa. Il mattino dopo il ragazzo uscì urlando. Aveva miracolosamente acquistato voce e udito. 

Ma non solo.

Al centro della chiesa era apparsa l’immagine della Madonna con in braccio il bambino. La popolazione di Rossano, incredula nel vedere quell’effige così perfetta apparsa in una notte, le diede il nome di Achiropita, cioè “non dipinta da mano umana”. 

Da quel momento i fedeli Rossanesi avranno per sempre un amore smisurato e una reverenza assoluta per l’Achiropita, tanto da nominarla Santa Protettrice della città.

L’immagine è, ancora oggi, custodita al centro della cattedrale di Rossano. Con il tempo venne costruito intorno un grande altare in marmo che però copre la parte inferiore dell’effige.

Negli anni alla Madonna protettrice di Rossano sono stati attribuiti molti  eventi miracolosi. 

Quello che però mi ha sempre affascinato di più è “il miracolo della statua”


La leggenda ci dice che nel XIX, durante l’invasione Francese in Calabria, i soldati d’oltralpe non riuscendo a trovare alcun tesoro (precedentemente nascosto dai cittadini) nella cattedrale, volevano impadronirsi della statua d’argento della Madonna. I rossanesi però, per evitare il furto della loro amata Vergine Achiropita, offrirono ai francesi un patto: avrebbero consegnato loro un quantitativo di argento ed oro pari al peso della statua stessa, in cambio i soldati avrebbero lasciato la Madonna al suo posto. 

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Così fecero. Al momento della pesata della statua, però, quest’ultima risultò pesare come una piuma. 

I fedeli gridarono al miracolo. 

I Rossanesi riuscirono così a tenere la statua e tutta la ricchezza della città.

Una storia, questa della Cattedrale e dell’Achiropita, che parte da molto lontano, fatta di leggende poetiche, coincidenze mistiche e fede. 

Ovviamente questa è solo una delle tante versioni della storia, ma è quella che personalmente trovo più adatta. 

Quel che è certo però è che la Madonna Odigitria, poi Achiropita, rispetta esattamente quello che è il significato del suo nome: è stata, è e sarà la guida dei rossanesi. 

Anche di chi non crede fortemente, anche di chi non è cattolico, perché quello della SS.Achiropita è un culto intrinseco in chiunque sia nato a Rossano.  

A volte mi è capitato di pensare che il 15 agosto è per i rossanesi un po' il capodanno, un capodanno personalissimo. La processione con la statua in argento e oro che luccica per le strade e le coperte ai balconi, il “cantante” in piazza, il gelato a fine concerto e poi la corsa verso il panorama della Santa Croce per lo spettacolo pirotecnico.


Una tradizione centenaria, sempre meravigliosamente uguale, una tradizione che unisce migliaia di persone ogni anno, una tradizione che ha origine grazie ad un eremita.

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