La Madonna del Carmine
- voci coro
- 15 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Radici di fede nel rione Carminello
A Rossano, il culto della Madonna del Carmine affonda le sue radici nel cuore del popolo, e continua ancora oggi a vivere e a tramandarsi, come un fuoco che non si spegne.
Il 16 luglio, in onore della Beata Vergine del Monte Carmelo, l’intera comunità si raccoglie in festa. Dopo i solenni festeggiamenti del 15 agosto dedicati alla Madonna Achiropita, co-patrona della città, è proprio la Madonna del Carmelo la figura mariana più amata e omaggiata.

Passeggiando tra i vicoli che sembrano scolpiti nel tempo, ci ritroviamo ancora una volta nei pressi del Ciglio della Torre precisamente nel rione Carminello, che qui chiamano aru Carminedd. È in questo angolo del centro storico, silenzioso e pieno di memoria, che secoli fa fu costruita una piccola cappella privata, dedicata proprio a Lei.
La cappella apparteneva alla famiglia Montalti, e ancora oggi, sulla facciata esterna, si può ammirare una nicchia con una statua della Madonna e una scritta in latino che ricorda la famiglia. All’interno, un tempo, si custodiva una statua lignea della Vergine con il Bambino tra le braccia e, ai suoi piedi, le anime del Purgatorio — quelle che Lei, secondo la tradizione, aiuta a liberare e condurre alla salvezza.
Col passare degli anni, quella statua è stata trasferita nella chiesetta di San Martino, dove si trova ancora oggi. Appena si entra nella chiesetta "eru Carminedd" lo sguardo si posa subito sull’altare: un dipinto intenso raffigura la Madonna del Carmine, sempre circondata dalle anime del Purgatorio, a ricordare la sua infinita compassione.

La vigilia della festa, il 15 luglio, il rione si anima per la preparazione degli altar — altari votivi allestiti lungo il percorso della processione.
È un momento di grande partecipazione collettiva: ognuno vuole offrire qualcosa, un gesto, un fiore, una tovaglia ricamata.
Gli altari si riempiono di composizioni floreali, candele accese, immagini sacre. I balconi, che si affacciano sulle stradine dove passerà la Madonna, vengono ornati con coperte pregiate che, tese tra una casa e l’altra, formano archi colorati e solenni.
È una tradizione che continua a emozionare e coinvolgere, anno dopo anno. Una volta — e ancora oggi, anche se in forma più raccolta — attorno agli altar si condivideva anche il cibo: si pijaja nu muzcun, si prendeva un morso, un piccolo pasto insieme. Era, ed è ancora, un modo per rendere quel momento di fede anche un’occasione di convivialità, di vicinanza, di comunità.
Il giorno della processione, la statua della Madonna del Carmine attraversa le vie del rione e viene accolta con commozione e fuochi d’artificio davanti a ogni altare. È un momento attesissimo, che accende i cuori dei devoti, unendoli nella gioia e nella preghiera.
La Madonna passa, e il popolo la saluta con occhi lucidi e mani giunte, come si saluta una madre che torna sempre.

E così, tra fiori, coperte ricamate e fuochi che illuminano il cielo, ogni anno Rossano rinnova il suo legame con la Maronnà eru Carmin. Un legame profondo, che affonda le radici nell’identità cristiana e mariana della città, dove la devozione non è solo rito, ma memoria viva, tramandata nei gesti, nelle voci, nei vicoli. È qui che le radici diventano fiaccole accese, e il passato continua a camminare con noi.
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