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Lavoro DOK

  • Immagine del redattore: voci coro
    voci coro
  • 7 gen
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 1 apr

La classe operaia va al supermercato


Amo fare la spesa, scegliere con cura i prodotti e depositarli nel cestino, guardare i prezzi dei detersivi per lavatrice e compararli tra loro, pesare frutta e verdura dopo aver ripetuto nella mente il codice per non dimenticarlo nel tragitto bancone-bilancia, trovare nel reparto surgelati l’ultimo barattolino Sammontana, guardare il banco salumi sognando di poter assaggiare le tante prelibatezze esposte, inserire la moneta per sganciare il carrello, afferrarlo e sfrecciare tra le corsie del supermercato.


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Con il mio fido scudiero immagino  di percorrere strade di alimenti schivando i diversi ostacoli che lungo il cammino si contrappongono tra me e il prossimo scaffale. 


Mi piace destreggiarmi alla ricerca di ogni nome segnato nella lista, desideroso di poterli cancellare uno ad uno.


Credo che l’amore per la spesa sia nato proprio qui ,nel centro storico di Rossano, insieme a nonna Carmela, quando da piccolo l’accompagnavo al mercato rionale e la vedevo scegliere parsimoniosamente i prodotti esposti con cura dai commercianti locali.


Non so nemmeno io in quanti supermercati sia entrato!

Quelli della famosa S allungata nella mia Milano, i piccoli etnici tra le vie del Raval a Barcellona, le grandi catene londinesi o quelli scintillanti della grande mela, i mercati colorati e speziati a Istanbul, gli affollati e chiassosi della città eterna o le piccole, autentiche botteghe dei borghi calabresi.


Eppure in tutto questo peregrinare , non ho mai incontrato quattordici come quelli della Dok.


Sono lavoratori fantastici , di quelli che quotidianamente, in modo infaticabile, rendono l’azienda per cui lavorano un luogo migliore.

Quelli che creano rapporti unici con i clienti, che nonostante le fatiche della vita quotidiana continuano a dispensare felicità , quelli per cui la spesa la vai a fare in quel luogo perché lì ci sono loro.

Appena supero la soglia una calda energia dal sapore di casa mi accoglie. La concezione del tempo svanisce e per incanto i problemi vengono bloccati dalle porte automatiche che si chiudono alle mie spalle. Sono entrato in un mondo magico!

È come se avessi saltato insieme a Mary Poppins nel quadro appena dipinto dall’amico spazzacamino.

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Dal reparto ortofrutta, nascosto dietro una colonna, intento a sistemare con attenzione le casse colorate o a maneggiare con esperienza la macchina lava-pavimenti, mi saluta con affetto Gino. Il suo sorriso è coinvolgente, le sue battute spassose, i suoi consigli preziosi; simpatia e professionalità sono il perfetto benvenuto.


Starei in sua compagnia a lungo, ma la lista attende e decido di proseguire il mio viaggio sensoriale.


Daniele, il ragazzo tuttofare, si muove silenziosamente tra le corsie, sempre pronto a dare una mano: lo trovi prima all’ingresso e poco dopo alle casse, impegnato nell'aiutare un’anziana signora a riempire i sacchetti. È un jolly insostituibile.


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Continuo il mio andare e dopo qualche passo incontro Battista, un punto fermo nella mia infanzia, un dolce ricordo scolpito nel cuore, una canzone di Baglioni lungo il luccicchio dei marciapiedi e la gente si è dissolta nella sera.


Vorrei abbracciarlo come lo abbracciavo da bambino quando mi portava con sé sul motorino. Mi fermo poco a chiacchierare perché veniamo interrotti dalla solita cliente che chiede : ”dov’è questo? e quello? è in offerta? quanto costa?”.



Conosce perfettamente quel supermercato disponendo, da lavoratore instancabile qual è, ogni prodotto nel posto corretto.

Risponde con la solita gentilezza e riprende a macinare chilometri nel suo moto perpetuo da e verso il magazzino.


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Proprio davanti alla porta del deposito si erge sulla pedana la triade degli affettati : c’è il bel Vincenzo, sempre impeccabile nel suo grembiule bianco, c’è Luca dal fare scherzoso e gli occhi che sprigionano serenità e infine Giuseppe il cui viso è confortevole come un caldo scialle in una sera d’inverno. Cambiando l’ordine degli addetti il risultato non cambia : la cura e la grazia nel servire il cliente sono impeccabili!


Compro i miei consueti salumi e mi dirigo verso il reparto macelleria; devo cucinare il “pollo alla Fazio” per la mia Gabri!


Lungo il percorso tergiverso con Emma che ha appena terminato di sistemare con precisione l’ennesimo pacco di pasta, ma purtroppo la voce in filo diffusione la richiama alle casse.

“Peccato! Mi piace parlare con lei, ridere e fantasticare della prossima utopica iniziativa da realizzare nel  supermercato” 


Il lavoro, però, è prioritario e lei è una donna che non lesina energie e si adopera con passione.


“Ciao Emma, al nostro prossimo incontro” penso tra me prima di raggiungere l’angolo dalle tinte rosse.


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Qui mi attendono Domenico e Alessandro, una coppia del teatro napoletano che si muove sul palco posizionando in scena carni prelibate. Il banco è sempre ordinato, pulito; e loro con ironia, amore e un pizzico di lucida follia soddisfano ogni esigenza con la loro competenza, consigliando il taglio migliore per il pranzo che verrà.

Con l’euforia da curva calcistica chiedo il mio pollo, saluto con gioia e continuo il mio incedere, ma dietro l’angolo incrocio Paolo, il responsabile, aiutato nei suoi doveri manageriali da Serafino, che nell’ombra gestisce la complicata amministrazione.

M’intrattengo con Paolo a parlare di musica.


“Che piacevole sorpresa!” 

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Del resto non poteva essere altrimenti: è il perfetto direttore di questa orchestra sinfonica che suona melodie alimentari.


Con il mio carrello ricolmo e l’aria soddisfatta mi avvicino finalmente all’uscita dove ad attendermi, sedute alle loro consuete postazioni ci sono Rosita e Piera. 


“Chissà perché l’una ha scelto la cassa centrale e l’altra quella di destra?” è quanto mi chiedo mentre aspetto il mio turno.


Decido di andare da Piera, a cui sono legato con grande affetto dal giorno in cui Battista, suo marito, me la presentò.

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Con velocità e maestria schiaccia i tasti, prende i prodotti dal rullo, ne legge il codice, e li deposita alla sua destra.Nonostante gli attimi concitati, non perde l’occasione per interessarsi a me e intavolare una rapida conversazione che, a quel punto, coinvolge anche Rosita.


Quest’ultima è una donna solare, accogliente, disponibile, il solo guardarla mi mette allegria e il suo dolce viso è la chiusura perfetta di una avventura entusiasmante.


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Le buste sono piene, metto via il portafoglio e sto per andar via quando una voce dice  “hai dimenticato la confezione dell’acqua”


È il sempre attento Eugenio a ricordarmelo. Grazie alla sua tempestiva rapidità anche questa volta non verrò ripreso da mia moglie per la mia cronica sbadataggine.


Finalmente sono fuori, guido verso casa e nel ricordare quanto appena vissuto ringrazio l’esistenza lavorativa di questi lavoratori per rendere vive le parole dell’articolo 4 della costituzione :


“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”

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