Pro Loco di Corigliano
- voci coro
- 10 giu
- Tempo di lettura: 8 min
Aggiornamento: 17 giu
Intervista con Valeria Capalbo

In un tempo in cui i territori cercano nuove vie per raccontarsi e resistere allo spopolamento, c’è chi ha scelto di restare e di investire energie, visione e passione nella propria comunità.
Valeria è la presidentessa della Pro Loco di Corigliano-Rossano, una donna che ha fatto dell’impegno civico e culturale una missione quotidiana. La sua voce è quella di chi crede che la memoria sia un motore, non un fardello, e che la bellezza dei luoghi non vada solo preservata, ma vissuta e condivisa. In questa lunga e appassionata conversazione, ci accompagna alla scoperta dell’identità sfaccettata della sua città e ci racconta come la Pro Loco sia diventata un presidio attivo di cultura, partecipazione e speranza. Dalle lavandaie del Coriglianeto ai “cammini del cuore”, dai giovani del servizio civile alla visione di un museo vivente, Valeria ci mostra come si possa ancora sognare in grande, partendo dalle radici.
Valeria, come descriveresti oggi l’identità di Corigliano-Rossano a chi non la conosce? E in che modo la Pro Loco contribuisce a plasmarla o custodirla?
L'identità di un paese oggi si può definire come l’insieme dinamico di elementi storici, culturali, sociali, linguistici e ambientali che caratterizzano la comunità. L'identità del territorio non è un concetto statico, ma si evolve nel tempo, adattandosi ai cambiamenti sociali, economici e tecnologici e include, tra le tante cose, le tradizioni, il patrimonio storico-artistico, il cibo e i prodotti tipici, il paesaggio e l’ambiente, gli eventi e i riti collettivi (religiosi, civili, stagionali).
Le Pro Loco di Corigliano-Rossano svolgono un ruolo centrale nel preservare e valorizzare l’identità locale. Lo facciamo attraverso varie attività come l'organizzazione di eventi e di feste tradizionali, le rievocazioni storiche, le sagre, le fiere, i festival gastronomici. Promuoviamo itinerari culturali e naturalistici, occupandoci anche di marketing territoriale oltre a collaborare con enti turistici e scuole per far conoscere il territorio cercando di coinvolgere la comunità, offrendo loro occasioni di partecipazione attiva.
Qual è stata la spinta principale che ti ha portata a impegnarti nella Pro Loco? E cosa ti motiva a continuare?

Chi entra in una Pro Loco spesso lo fa per amore verso la propria comunità e il desiderio di preservarne l’identità, le tradizioni e la storia. È un modo per sentirsi parte attiva di un luogo che si considera “casa”, ma è soprattutto una scelta fatta con grande amore e passione: alla base c’è il desiderio creare legami e momenti di condivisione tra le persone che hanno obiettivi comuni.
Forte in me è la motivazione di chi vuole fare qualcosa di concreto per il proprio paese, contribuire a migliorarne l’immagine, attrarre turisti, lasciare un segno positivo, specialmente tra i giovani.
Fare parte di una Pro Loco significa imparare a lavorare in gruppo, gestire progetti, affrontare sfide organizzative, comunicare con le istituzioni e con il pubblico. È un’esperienza che arricchisce anche a livello personale e professionale, ma non è semplice perché bisogna avere un grande equilibrio psicofisico, tanta umiltà e pazienza.
Qual è la visione a lungo termine dell’associazione?
Vogliamo essere il motore culturale e sociale del nostro territorio, un punto di riferimento stabile e inclusivo capace di unire memoria e innovazione, tradizione e futuro. La nostra visone è fondata sull'impegno per costruire una comunità che:
valorizzi in modo sostenibile il patrimonio locale, rispettando l’ambiente, la storia e l’identità del luogo
promuova il senso di appartenenza e la coesione tra generazioni, offrendo occasioni di incontro, collaborazione e crescita condivisa
stimola lo sviluppo locale, attraverso il turismo di prossimità, la promozione dei prodotti tipici e il supporto alle realtà artigianali e culturali
formi cittadini attivi, capaci di custodire la memoria del passato ma anche di affrontare con creatività e responsabilità le sfide del presente
collabori in rete con scuole, istituzioni, altre associazioni e imprese per generare valore condiviso e opportunità concrete per il territorio.
Vorremmo realizzare questa visione attraverso :
eventi culturali, turistici e ricreativi di qualità
progetti di educazione al patrimonio per le scuole e i giovani
iniziative di promozione territoriale e comunicazione moderna
attività di salvaguardia della memoria storica e delle tradizioni locali
spazi di ascolto, partecipazione e co-progettazione con la cittadinanza
Quali sono secondo te i “tesori nascosti” di Corigliano-Rossano che nemmeno i cittadini conoscono davvero?
I tesori nascosti penso siano racchiusi nei racconti dei pescatori di Schiavonea o nei ricordi
degli anziani dei centri storici, nelle ricette delle nonne, nella memoria silente degli archivi storici della città che vorrei un giorno fossero accessibili al pubblico.
Esiste un luogo del cuore, magari dimenticato, che meriterebbe di essere riscoperto oggi più che mai?

Ci sono tanti luoghi legati al cuore dei cittadini che meritano decoro e attenzione ma soprattutto " urgenza " di azioni di riqualificazione.
Posso citarne uno su tutti : la dimora estiva dei principi Sanseverino in località Cantinella che, ahimè, è inspiegabilmente ancora in mano a privati e vessa in una situazione di estremo degrado, nonostante le tante sollecitazioni e le raccolte di firme.
Ci sono storie, personaggi locali o tradizioni orali che rischiano di scomparire e che la Pro Loco sta cercando di salvare?
Certo, nel mio piccolo, anni addietro ho organizzato un evento sulle "Lavandaie di Corigliano", diviso in varie fasi: intervista all'ultima delle lavandaie rimaste in vita (Liberata) , studio approfondito dei dialoghi, luoghi, vestiti e per finire nel Coriglianeto ho organizzato un evento con una scena ( testo di Totonno Amica) tra mugnai, lavandaie, contadini, incentrato ovviamente sulla figura e sull'importanza di queste donne, così umili e forti.
L'idea è quello di fare qualcosa di simile con i pescatori di Schiavonea.
In che modo la Pro Loco cerca di coinvolgere i giovani e creare un ponte tra le generazioni?
Il progetto che ho in mente si chiama Progetto “Memoria Viva – Un ponte tra generazioni” dove la Pro Loco si impegna a costruire una comunità più unita, consapevole e dinamica, attraverso un progetto che mette in dialogo giovani e anziani: due mondi apparentemente lontani, ma legati da un patrimonio comune di valori, saperi e desiderio di futuro.
"Memoria Viva" è un'iniziativa che unisce raccolta della memoria orale, laboratori intergenerazionali, turismo narrativo e promozione digitale, per valorizzare la cultura locale e dare spazio ai giovani come protagonisti del loro futuro.
Anche il servizio civile diventa per i giovani un un modo concreto per mettersi in gioco, scoprire il proprio territorio e costruire il futuro con le proprie mani.
Qual è stata l'iniziativa più riuscita?
Le iniziative di punta e più riuscite della Pro Loco sono sicuramente quelle targate centro storico come la grande festa di via Roma su arte e artigianato, ma che con gli anni ha dovuto assumere una connotazione più moderna con l'inserimento degli artisti di strada a causa della drastica diminuzione degli artigiani. Un’altra giornata imperdibile è il 1 maggio: la passeggiata ecologica nel Coriglianeto da oltre un ventennio attrae centinaia di visitatori.
Com’è cambiato nel tempo il modo di raccontare il territorio? Dalle sagre al digitale, cosa funziona davvero oggi?

Il racconto del territorio era comunitario e analogico, si basava su feste popolari, sagre, fiere: momenti in cui il territorio si esprimeva attraverso riti, prodotti, musiche e gesti tramandati.Le Pro Loco e le parrocchie erano i “megafoni” della comunità.
Si comunicava con volantini, manifesti, inviti a voce, annunci in chiesa o in piazza.Funzionava perché era radicato nel territorio, ma era limitato a chi già lo conosceva.
Oggi la narrazione è digitale, emozionale e strategica e il territorio si racconta con i social media.
Video emozionali, reel, mini documentari che mostrano esperienze più che luoghi.
Podcast, blog e newsletter raccontano storie, leggende, curiosità.
Mappe interattive, QR code, app turistiche offrono contenuti personalizzati in loco.
Oggi funziona ciò che coinvolge le emozioni, crea relazione, fa sentire "dentro la storia" del luogo.Le persone non cercano solo cosa succede, ma cosa possono vivere.
Quali sono le principali attrattive che proponete ai turisti, e quale aspetto della città li sorprende di più una volta arrivati?
Ai turisti proponiamo vari itinerari e percorsi a seconda delle loro esigenze, della loro età e della loro cultura, ma anche tenendo presente i tempi a loro disposizione.
Proponiamo percorsi naturalistici, storico artistici, trekking, percorsi enogastronomici ecc.., ma ogni volta abbiamo sempre un pensiero gentile per accoglierli nel nostro territorio; piccole gentilezze che lasciano il segno come ( in inverno) donare sacchetti di clementine o fare degustare dolci del territorio.
Pensiamo che, tornando a casa, possano portarsi un pochino del sapore della nostra terra per rendere più gradevole il ritorno.
Corigliano-Rossano ha una doppia anima (storica e costiera, bizantina e barocca): come si comunica questa complessità?
La complessità di Corigliano-Rossano non è un ostacolo, ma una risorsa. Comunicare la sua doppia anima significa valorizzare la diversità come ricchezza, costruendo un racconto capace di unire passato e presente, differenze e identità, in una narrazione inclusiva e dinamica. La chiave sta nel non scegliere tra Bizantini o Normanni, ma nel mostrare come insieme raccontino l’unicità di questo territorio.
Cosa manca ancora per fare di Corigliano-Rossano una vera “destinazione”? La Pro Loco può supplire alle lacune delle istituzioni?
Diventare “destinazione turistica” vuol dire non solo avere attrattive (che Corigliano-Rossano ha, eccome), ma offrire un’esperienza coerente, organizzata e riconoscibile, in grado di attirare, accogliere, trattenere e fidelizzare visitatori.
Ecco i principali gap da colmare secondo me:
Branding e riconoscibilità
Manca un marchio territoriale forte, riconoscibile a livello nazionale e internazionale.
Nessun payoff chiaro, nessun logo, nessuna narrativa visiva coerente che sintetizzi in una frase cosa sia Corigliano-Rossano ("Perché dovrei venire qui?")
Sistema di accoglienza
La rete di accoglienza turistica (infopoint, guide, trasporti locali) è spesso frammentata o sottodimensionata.
Mancano percorsi tematici fruibili e segnaletica smart (QR code, mappa interattiva).
Carenza di un portale unico del territorio, aggiornato, con prenotazioni, eventi, itinerari, trasporti, strutture.
Accessibilità e collegamenti
Il territorio è penalizzato da problemi infrastrutturali e di trasporti, specie su ferrovia e collegamenti aeroportuali.Serve una pressione politica congiunta per migliorare i collegamenti (soprattutto verso la Sibaritide).

Animazione territoriale
Assenza di eventi di richiamo costanti, capaci di diventare appuntamenti identitari (come la Notte della Taranta per Melpignano o l’Alba della Magna Grecia a Crotone).Necessità di destagionalizzare l’offerta turistica ( qui si stanno muovendo primi timidi passi) e culturale: puntare su religiosità, gastronomia, trekking, borghi, archeologia anche d’inverno.
La Pro Loco può fungere da ponte tra territorio, comunità e istituzioni, svolgendo un ruolo fondamentale soprattutto quando il pubblico è assente o lento. Può ovviamente creare sinergie con altre Pro Loco del territorio o del Mezzogiorno. Può e deve essere il motore civile di questa trasformazione. Non basta “colmare i vuoti”: deve diventare centro propulsivo di una nuova narrazione, con progetti, relazioni, visione, elaborando una proposta di brand turistico e costruendo una campagna di comunicazione territoriale.
Cosa la preoccupa di più per il futuro culturale e sociale del territorio? E cosa invece le dà speranza?
Mi preoccupa molto un disinteresse generale, mancanza di umiltà e ascolto, ignoranza profonda sulle questioni soprattutto da chi dovrebbe proporre e gestire.
Ho speranza nella mia Pro Loco, in quello che sto seminando dentro e fuori l'istituzione poiché continuo a credere in quell'intima e profonda presa di coscienza che fa risvegliare gli animi, nella fiammella dell'amore verso il proprio territorio che cerco di non fare spegnere
e di trasmettere ogni giorno.
Se potessi sognare in grande, quale progetto culturale o artistico avvieresti domani stesso?
Se potessi sognare in grande, realizzerei idee culturali e turistiche ambiziose, ma radicate nel territorio, capaci di trasformare una città o un borgo in un polo vivo, partecipato e attrattivo.
Sogno il "Museo Vivente del Territorio".
Un museo diffuso e interattivo, all’aperto e al chiuso, che non espone oggetti, ma esperienze vive:l e case dei contadini diventano luoghi di narrazione, gli anziani fanno da "guide viventi", gli artigiani lavorano davanti al pubblico, gli ospiti non guardano, partecipano (raccolgono, impastano, ricamano, suonano).
In una parola, cosa vorrebbe che un visitatore portasse via con sé dopo aver conosciuto Corigliano-Rossano?
Vorrei che ogni visitatore, per un attimo, riuscisse a vedere e ricordare la mia città con lo stesso amore e con la stessa passione che ho io.
Vorrei che potessero ascoltare il rumore del mio mare, sentire il profumo di zagara, vederla con i miei occhi, assaporare il gusto della liquirizia.
Vorrei che vedessero, attraverso i miei occhi, quanto è bella la mia città.



Cara Valeria, le tue fatiche, la tua abnegazione nel seguire i tuoi meravigliosi sogni (che poi sono anche i nostri) sono certo che verranno ripagati e tutti i nativi di Corigliano ti ricorderanno come colei che con feroce testardaggine, ha reso un servizio di grande e meritorio lavoro di valore non solo di promozione turistica ma anche sociale e culturale.
Complimenti Valeria!💖