top of page

Ricordi in prestito

  • Immagine del redattore: voci coro
    voci coro
  • 8 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

La domenica del pallone


Mi ritrovo di fronte al palazzone dell’ex Ghiacciaia ma, con mia grande sorpresa, non vedo gli uffici comunali che ormai lo popolano. Sento un fortissimo odore di caffè, proviene proprio da lì, dalla porta d’entrata che fa angolo. Alzo gli occhi. L’insegna è chiara, Bar Vittoria.

 

I racconti riportati  dalle persone che del centro storico ne sanno iniziano così, ed hanno la capacità di catapultarmi come una macchina del tempo a rivivere ricordi (ahimè) non miei.

L’odore del caffè è diverso da quello che , comunemente, associo io a quello dei bar, semplicemente perché lo sciame di clienti che sta per sopraggiungere è talmente grande che nessun barista sarebbe così bravo da servire tutti nello stesso momento.


E quindi cosa si fa?


L’espediente è semplice: da oltre mezz’ora 2 ragazzini sono intenti nel fare più caffè possibile che poi verrà travasato in dei contenitori in modo da mantenerlo caldo. Sanno che prima della partita e durante l’intervallo tutti i tifosi invaderanno il bar ed in questo modo potranno servirlo celermente. Lo storico stadio "Maria De rosis" è come sempre strapieno. 


ree

Le domeniche in quegli anni sono pressoché identiche. La mattina a messa, poi una bella passeggiata dalla “Ciampa” alla “Ghiacciaia”  per poi tornare dalle nonne per il pranzo che è sempre mo’ di matrimonio. Il vino è un immancabile presenza a tavola ed il più delle volte se ne abusa (nulla di trascendentale per l’epoca eh) tanto da “costringere” le mamme a mandare anche le figlie allo stadio per sorvegliare padri e fratelli in quel marasma generale delle gradinate in pietra.

Superata la caserma dei pompieri nel rione Sant’Antonio, dopo una piccola discesa si trova una porta di ferro blu a due ante. Ricordo che da piccolo era un sogno anche solo starci davanti. Per un amante del calcio come me , già all’età di 8-9 anni, entrare da quella porta blu equivaleva ad aprire la porta dei sogni. Dall’alto della gradinata il campo sembra una enorme terrazza sullo Ionio. Uno spettacolo che pochi posti sono riusciti a replicare nella mia memoria.


I tifosi hanno invaso praticamente ogni spazio. Dietro la porta si erge una piccola tribuna che solitamente è occupata dalla dirigenza. Alle spalle si apre un altro grande cancello, ovvero l’entrata principale dello stadio. Proprio lì sotto ci sono gli spogliatoi: un rettangolo di cemento diviso in due parti . Anche essi all’entrata presentano porte di ferro di colore blu. Ricordo la primissima volta che le varcai, avevo letteralmente la pelle d’oca. Tre panche che scivolavano lungo le pareti ed altrettanti appendiabiti fissati in alto dove prima di scendere in campo si appende la propria maglia.

E’ quasi tutto pronto. Il campo di terra viene segnato con gesso bianco per delineare i bordi e le aree.


ree

 


Sotto la porta “lato mare”  si riesce a scorgere un campo da tennis in cemento rosso con anche dei piccoli spalti. Lussuoso.

Non esiste memoria ,in realtà, di una partita di tennis su quel cemento ma, noi ragazzini organizzavamo dei piccoli tornei di calcio a 5  proprio lì, nonostante avessimo a disposizione anche tutto il campo da calcio (entrando di nascosto dagli angoli più disparati e pericolosi). Forse avevamo un po' di timore reverenziale a giocarci, come se dovessimo guadagnarci il diritto di poter calpestare quella terra.

Respiro un’aria goliardica e divertita, qualcosa di magico che questo ricordo non mio ,in cui sono stato portato dai racconti dei miei compaesani più attempati, mi sta trasmettendo.

In realtà a nessuno importa la categoria, il risultato è quasi marginale. La magia è vedere il centro storico di Rossano che vive, che pulsa e che respira attorno allo sport.


Già solo immaginare la lunga processione di gente che, dal campo si riversa per le vie del centro verso casa, mi riempie di gioia.


Questi ricordi io non li ho mai vissuti, ma vivono dentro di me grazie ai racconti di nonni e zii.


Ma, se il tempo ha fisiologicamente allontanato queste domeniche dal pallone dal centro storico, anteponendo la giusta ambizione di arrivare nelle serie maggiori e quindi il bisogno di avere infrastrutture migliori e facilmente raggiungibili, io mi sentirei di tradire i ricordi in cui mi sono fortemente immedesimato se non credessi con tutte le mie forze che:


la messa, la passeggiata dalla Ciampa alla Ghiacciaia e il pranzo della nonna possano ancora oggi riempire le strade del centro storico di Rossano.    


Post recenti

Mostra tutti

Commenti


bottom of page